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Umfredo, un geniere dell'esercito di Ruggero II Altavilla, è tormentato da un odio inestinguibile contro i Saraceni, che anni prima in un assedio avevano distrutto il suo casale. Investito cavaliere, è inviato dal re insieme ad altri cinque Normanni in una missione volta al recupero di una reliquia trafugata da un eccentrico pirata. Durante la ricerca i sei cavalieri si trovano coinvolti in diverse avventure. Si imbattono nelle vicende del pirata, un personaggio che è l'antitesi di ogni forma di cultura, di credo, di sapere, di arte, contrario a ciò che è l'uomo, all'umanità stessa. La sua vicenda è la matrice di quest'avventura, di un viaggio per terre lontane. E il suo nome, Nocquino, potrebbe sembrare scontato, per un personaggio di tal fatta. Ma è un personaggio storico, realmente esistito, se è vero quello che il cronista delle crociate Guglielmo di Tiro riporta nella sua 'Storia delle gesta in Oltremare', in un passo di poche righe. Oltre quelle righe, tutto il resto è solo una possibile storia.